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I PerCorsi
Siete pronti ad incamminarvi verso questo "PerCorso Profondissimo" ?
Sarete guidati attraverso un processo organizzato per identificare i vostri desideri, bisogni e paure sottostanti attraverso l'esplorazione dei propri lati più oscuri e condizioni limitanti che non permettono di avere una vita FELICE!
Dopo questa valutazione, saranno suggerite le strategie pratiche e sarà stabilito quindi un PerCorso da svolgere con tutte le sue varie tappe studiato apposta per le tue NECESSITà EVOLUTIVE!
Lascerai quindi la sessione con un piano d'azione e saranno suggeriti vari esercizi "ad hoc"!
Include una sessione telefonica o via chat di circa 60 minuti
SEMINARI E WORKSHOP TEORICO-PRATICI SULLE TEMATICHE INERENTI AL BLOG
- FARE ANIMA- workshop teorico-pratico
Nel momento stesso in cui la danza inizia, un flusso energetico pervade tutti i partecipanti, i quali sperimentano libertà e amore. è una delle forme più pure di guarigione, un modo di connettersi con la propria persona, quella vera, profonda. Inizierai a riconoscere in te qualcosa di più dell’essere corpo. Sentirai vibrare l’anima e la riconoscera la bellezza del danzare sia in gruppo che da solo centrando la tua attenzione sul rapporto tra la consapevolezza personale e la Kundalini, potendoti sentire un tutt’uno con gli altri e con il mondo.
Ti renderai conto che una simile esperienza sarà capace di spiegarti chi sei, meglio di qualsiasi altra forma di auto-consapevolezza. Non potrai ingannare te stesso o gli altri con le parole. Dovrai guardare in faccia le tue emozioni, non potrai ingannarti.
Gli insegnamenti proferiti riguardano prima di tutto gli studi di Jerzy Grotowski , grande maestro del teatro contemporaneo, ma soprattutto massimo esponente di una ricerca che va al di là dello spettacolo, in cui arte, ritualità, performance aprono nuove possibilità per esplorare "attivamente" fenomeni di carattere antropologico e psicofisiologico.
Da diversi anni la ricerca di Grotowski si sostanzia nell'ambito di attività laboratoriali denominate: l' "Arte come veicolo". . Un principio "energetico" essenziale che spiegato da Grotowski con le seguenti parole:
"Mi riferisco alla verticalità possiamo vedere questa verticalità in categorie energetiche pesanti ma organiche (legate alle forze della vita, agli istinti, alla sensualità) e altre energie più sottili. Poiché non si tratta semplicemente di cambiare di livello, ma di portare il grossolano al sottile e di condurre il sottile verso una realtà più ordinaria, legata alla "densità" del corpo. è come se cercassimo di entrare nella higher connection."
Le metafore energetiche a cui si richiama Grotowski si possono riferire ad "energie primigenie" che attraversano il corpo, "i corpi", e tutto l'ambiente vitale, e quindi possono essere avvicinate a diversi concetti: lo Yin e lo Yang, lo Hata, la Kundalini, lo Spirito Santo, lo Hau, il Mana, o anche la libido "sessuale" di Freud, quella "numinosa" di Jung, l'orgone di Reich ... concetti che indicano presenze e flussi non misurabili, capaci di dematerializzare e psichicizzare l'esperienza del mondo e di evocare vie di espansione della coscienza. Comunque chiamiamo queste forze, e per quanto esse siano diverse concettualmente e sostanzialmente l'una dall'altra, si tratta di comprendere che esse costituiscono le forme di un' "energia" che ha un senso concreto nella vita di ciascuno e nell'ambiente di tutti. Gli insegnamenti delle diverse tradizioni ed anche le conoscenze più avanzate della medicina psicosomatica indicano che questa "energia" può essere "veicolata" per mezzo di esercizi e pratiche psicocorporee individuali e di gruppo.
Il maestro insegna all'allievo una pratica così come se insegnasse la guida di uno speciale "veicolo energetico"; ma è l'allievo che deve decidere dove andare, deve trovare la "sua" via e diventare "maestro" di se stesso.
Si farà inoltre riferimento a svariate discipline quali il Tantra , lo Yoga , la danza Butoh , il metodo metodo Feldenkrais e come già citato la plastica di Growtosky e la biomeccanica di Mejerchol, dando così innesco ad un processo "autoiniziatico",dove il partecipante deve riuscire ad esprimere la sua propria interiorità, e quindi elaborare i segni fisici ed espressivi della sua propria anima... Non si tratta dunque di eseguire perfettamente una specifica tecnica tradizionale, ma di fare in modo che la spontaneità del segno possa risultare tecnicamente perfetta, come se essa fosse diretta da una "guida interiore" che è al tempo stesso millenaria e immediata, istintiva e spirituale, trasgressiva e rituale... Per mezzo di questa misteriosa "congiunzione degli opposti", che viene ricercata attraverso un grande lavoro di training psicocorporeo e creativo, il partecipante crea qualcosa che, prima di essere o di diventare uno spettacolo, è una profonda esperienza di se stesso. Si tratta di lavori di gruppo guidati da maestri, basati su speciali training psicocorporei per lo sviluppo di una spontaneità rituale, orientata da tematiche di carattere archetipico e spirituale.
E' come se l'Io venisse soggiogato dalle forze archetipiche degli dei, dinnanzi ai quali l' "eroe" (ovvero ciascun essere umano) ha come sola possibilità quella di relativizzare l'Io e di "fare anima", dove l'anima è l'indefinibile campo esperienziale in cui si muovono e vivono gli archetipi, le fantasie e le presenze immaginali consce e inconsce (gli dei, i demoni, gli spiriti, i pensieri, le idee...).
Come per Hillman "fare anima" vuol dire agire e vivere in modo che le correnti psichiche, patologizzabili piuttosto che logicizzabili, vengano riconosciute, esperite, ritualizzate a partire da un sacrificio della propria soggettività coscienziale, al fine di "servire l'anima", dunque, si "fa anima" quando si praticano attività che ci pongono in diretto collegamento con il nostro "mondo interno", e si scopre che questo "mondo", come ha detto Jung, è abitato da un "piccolo popolo" di cui siamo il "monarca-servitore"...
Per "fare anima", dunque, vi sono molteplici "veicoli", dalle discipline spirituali alle diverse tecniche psicoterapeutiche, dalle arti alla poesia, dal viaggio avventuroso all'innamoramento. Hillman raccomanda di non lasciarsi rinchiudere entro una "posizione autoritaria, sia pure garbata e raffinata", dove le possibilità immaginative rischiano di restare imprigionate in un'ideologia, o nella rigidità di un quadro dogmatico-disciplinare. L'anima vuole essere libera di seguire le sue vie, e ogni rigidità dell'Io deve necessariamente apprendere come assecondare le forze che lo posseggono e lo ispirano. In tal senso la prospettiva del "fare anima" è contigua a tecnica e disciplina si armonizzano organicamente con la spontaneità e la passionalità della propria individualità.
Potremmo dire che ci serviremo di "tecniche del corpo" della tradizione (espressione che Grotowski e Barba hanno ripreso dall'antropologo Marcell Mauss) per esprimere la propria interiorità e quindi per "fare anima".
Per ulteriori informazioni potete visitare la pagina EVENTI cliccando quì.
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