Possiamo ora parlare del Tantra e del motivo per cui esso fu creato e ci fu offerto.
Dai rishi (saggi indiani):
“Gli uomini saggi che hanno raggiunto la suprema realizzazione del Sé, una volta che hanno percepito e compreso che tra il proprio sé e quello divino non esiste alcuna differenza, essi sono diventati uno con il Sé Divino. Si sono liberati da ogni desiderio e passione individuale, nel momento in cui hanno percepito e hanno compreso che tutte le loro azioni in questa vita sulla terra sono guidate da Dio; allora hanno raggiunto la liberazione suprema. Coloro che hanno visto che Dio si riflette in ogni aspetto in questa terra, hanno raggiunto la pace interiore e sono diventati uno con l’Intero Universo, percependo i segreti della vita eterna”.
In questo paragrafo, i rishi descrivono la realizzazione ultima dell’uomo, che è la rivelazione del Sé Supremo immortale, Atman, e la fusione beatifica con Dio Padre.
Per poter comprendere a cosa si riferisce il testo, esaminiamo analiticamente gli elementi essenziali che lo compongono utilizzando una metafora semplice:
L’unione tra l’anima individuale con quella Suprema, così come una cellula comprende che è parte di un intero corpo;
La liberazione da ogni desiderio personale, analogicamente con la cellula che comprende e che chiede ossigeno per realizzare il suo ruolo nell’organismo;
Comprendere il fatto che il Sé Supremo è il motore di tutto ciò che accade nell’intera manifestazione, per analogia con una cellula che “comprende” che tutto ciò che è in lei e attorno a lei è creato dall’intero corpo;
Lo stato di pace beatifica del Sé (qui la metafora con la cellula non è più valida) è uno stato che niente può perturbare. Una profondità che non conoscerà mai il movimento, come se non fosse niente, come se non fosse stato niente e non lo sarà mai, come quando tutte le forme sono svuotate dall’essenza.
Questa realizzazione spirituale può sembrare fantastica all’uomo normale e per coloro che sono all’inizio di questa via; il tantra gli offre una pratica che rende spirituale ogni momento del presente, fa si che ogni camera diventa un tempio, ognuno sembra diventare una bacchetta d’oro e ogni viso umano, un viso di Dio.
Il trattato mistico segreto fondamentale “Vijnana Bhairava Tantra” ci offre molti esercizi spirituali in cui la realtà è percepita come un mistero divino. Sono qui descritti metodi d’illuminazione spirituale partendo dai momenti quotidiani: come possiamo percepire il Vuoto Divino mentre osserviamo un lago, o la modalità di controllare l’energia dello starnuto per ottenere un momento di illuminazione, ecc. Anche ai nostri giorni incontreremo monaci che si solleticano il naso con una penna cercando di raggiungere con l’aiuto dello starnuto uno stato di trascendenza. Per finire, prendiamo in prestito le parole di Rabbi Nachman che diceva: “Gli uomini semplici mangiano per avere energia, i saggi studiano la Bibbia per sapere come mangiare”. Questa è un’attitudine tantrica, di portare il sacro in modo spontaneo nella vita di ogni giorno.
Dai rishi (saggi indiani):
“Gli uomini saggi che hanno raggiunto la suprema realizzazione del Sé, una volta che hanno percepito e compreso che tra il proprio sé e quello divino non esiste alcuna differenza, essi sono diventati uno con il Sé Divino. Si sono liberati da ogni desiderio e passione individuale, nel momento in cui hanno percepito e hanno compreso che tutte le loro azioni in questa vita sulla terra sono guidate da Dio; allora hanno raggiunto la liberazione suprema. Coloro che hanno visto che Dio si riflette in ogni aspetto in questa terra, hanno raggiunto la pace interiore e sono diventati uno con l’Intero Universo, percependo i segreti della vita eterna”.
In questo paragrafo, i rishi descrivono la realizzazione ultima dell’uomo, che è la rivelazione del Sé Supremo immortale, Atman, e la fusione beatifica con Dio Padre.
Per poter comprendere a cosa si riferisce il testo, esaminiamo analiticamente gli elementi essenziali che lo compongono utilizzando una metafora semplice:
L’unione tra l’anima individuale con quella Suprema, così come una cellula comprende che è parte di un intero corpo;
La liberazione da ogni desiderio personale, analogicamente con la cellula che comprende e che chiede ossigeno per realizzare il suo ruolo nell’organismo;
Comprendere il fatto che il Sé Supremo è il motore di tutto ciò che accade nell’intera manifestazione, per analogia con una cellula che “comprende” che tutto ciò che è in lei e attorno a lei è creato dall’intero corpo;
Lo stato di pace beatifica del Sé (qui la metafora con la cellula non è più valida) è uno stato che niente può perturbare. Una profondità che non conoscerà mai il movimento, come se non fosse niente, come se non fosse stato niente e non lo sarà mai, come quando tutte le forme sono svuotate dall’essenza.
Questa realizzazione spirituale può sembrare fantastica all’uomo normale e per coloro che sono all’inizio di questa via; il tantra gli offre una pratica che rende spirituale ogni momento del presente, fa si che ogni camera diventa un tempio, ognuno sembra diventare una bacchetta d’oro e ogni viso umano, un viso di Dio.
Il trattato mistico segreto fondamentale “Vijnana Bhairava Tantra” ci offre molti esercizi spirituali in cui la realtà è percepita come un mistero divino. Sono qui descritti metodi d’illuminazione spirituale partendo dai momenti quotidiani: come possiamo percepire il Vuoto Divino mentre osserviamo un lago, o la modalità di controllare l’energia dello starnuto per ottenere un momento di illuminazione, ecc. Anche ai nostri giorni incontreremo monaci che si solleticano il naso con una penna cercando di raggiungere con l’aiuto dello starnuto uno stato di trascendenza. Per finire, prendiamo in prestito le parole di Rabbi Nachman che diceva: “Gli uomini semplici mangiano per avere energia, i saggi studiano la Bibbia per sapere come mangiare”. Questa è un’attitudine tantrica, di portare il sacro in modo spontaneo nella vita di ogni giorno.
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