L’Ayurveda non è solo una medicina con un’ampia profondità di pensiero filosofico, clinico e terapeutico, ma rappresenta anche una visione filosofica e scientifica di esteso respiro e complessità, legato al peculiare sistema di osservazione dell’espressione della natura.
La Tradizione (di qualunque natura e provenienza essa sia) è un distillato evolutivo dell’esperienza e quindi della memoria stessa. E’ solo nelle Tradizioni che possiamo ritrovare la nostra vera natura e recuperare ciò che abbiamo dimenticato, ciò che ci ha fatto perdere di vista il senso delle cose e della vita stessa. Fra le tradizioni più antiche del mondo, sopravvissute intatte in millenni di storia, l’Ayurveda, definita anche “medicina tradizionale indiana”, significa letteralmente “conoscenza della vita o della durata della vita” e tale significato va ben oltre il semplice concetto di cura medica.
Una leggenda indiana racconta che durante il rimestamento delle acque primordiali che avevano sommerso la Terra (una similitudine con il Diluvio Universale).
Gli Dei e i Demoni, per l'occasione, unirono le loro forze nella speranza di estrarre il nettare degli dei, che avrebbe donato loro l'immortalità.
Utilizzarono il grande serpente del tempo Ananta come fune. Frullando le acque, videro affiorare via via ogni cosa positiva e importante per tutta l'umanità.
Tra queste, Surya (il Sole), Lakshmi (Dea della Fortuna), L'Amrita (il nettare degli Dei), Dhanvantari (Signore della medicina ayurvedica)....
Ed ora, per fortuna, anche in Occidente si comprende il profondo beneficio di questa antichissima e utilissima pratica medica.
Il termine Ayurveda deriva dal sanscrito, antica lingua indiana, e più precisamente dall'unione di due parole Ayu e Veda. Il termine Veda indica la conoscenza mentre Ayu sta ad indicare "vita", quindi Ayurveda intesa come Scienza della conoscenza della vita.
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