Secondo lo psicologo statunitense Daniel Goleman con Intelligenza Emotiva si identifica un particolare tipo di intelligenza legato all’uso corretto delle emozioni, comprendendole e gestendole per riuscire ad affrontare meglio la vita.
Secondo Goleman, sviluppare questo tipo di intelligenza può costituire un fattore determinante nel raggiungimento dei propri successi personali e professionali.
Una notevole carenza in questo ambito comporterebbe solo il rafforzarsi di vari tratti disfunzionali che potrebbero portare a vari disturbi, come quello narcisista.
Le emozioni sono dotate di una forza dirompente che può ostacolarci nel raggiungimento dei nostri obiettivi, per esempio paralizzando la nostra capacità di agire o di decidere lucidamente. Se adeguatamente gestite, possono però regalarci una marcia in più aiutandoci a comunicare efficacemente, a saperci automotivare, a reagire meglio agli stimoli provenienti dall’ambiente.
Ecco perché allenare questa abilità può costituire la chiave per il nostro successo personale e professionale.
Daniel Goleman esprime le cinque caratteristiche fondamentali dell'intelligenza emotiva, che ogni uomo codifica interiormente:
- Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni;
- Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine;
- Motivazione, la capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all'azione;
- Empatia, la capacità di sentire gli altri entrando in un flusso di contatto;
- Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono tra le persone.
Molti studi indicano che l'intelligenza emotiva è vitale in relazione alle prestazioni sul posto di lavoro. Il 58% delle storie di successo riguarda un'ampia gamma di professioni: il 90% di chi ha dimostrato di possedere un elevato livello di intelligenza emotiva guadagna un ulteriore $ 29.000 all'anno rispetto la media.
Tuttavia, l'intelligenza emotiva non ti aiuterà se non sei genuino di natura: la Foster School of Business dell'Università di Washington ha riconosciuto che solo se combinata con la spontaneità ha effetti positivi. La ricercatrice Christina Fong sostiene che i colleghi "non sono solo automi senza senso. Inoltre, Janet Louise Stephenson risuona queste nozioni quando afferma che "l'autenticità richiede una certa misura di vulnerabilità, trasparenza e integrità".
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